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Dal Trentino alla Bosnia fino all’arrivo ad APRILIA, la storia

APRILIA – Perotto, Coser, Zanotti, Cimadon, Cappelletti, Bastiani, Dal Sasso, Clazzer, Bisesti, Zanlucchi, Enderle, Cramerotti, Baldo, Menegoni, Cortelletti. Sono solo alcune delle famiglie ormai divenute storiche ad Aprilia. Sono giunte nella pianura pontina a partire dal 1939. Arrivano dal Trentino Alto Adige, molte di loro direttamente dal comune di Aldeno, paese in provincia di Trento, che qualche giorno fa ha ospitato una delegazione apriliana, guidata dal sindaco Lanfranco Principi, che ha formalizzato il gemellaggio tra la città laziale e quella trentina. Una storia di emigrazione, come spesso accade quando si tratta di Aprilia. Eppure, la loro, è una storia diversa rispetto ad altre comunità provenienti da altre parti d’Italia. Si perché prima di stabilirsi nella provincia pontina, hanno prima dovuto girovagare per i Balcani. Il loro viaggio inizia qualche decennio prima, quando il Trentino era ancora parte integrante dell’Impero austriaco retto dagli Asburgo. Siamo sul finire dell’ottocento, precisamente nel settembre del 1883. La zona del Trentino è una regione povera, ancora dedita prevalentemente all’agricoltura e al pascolo. Non è l’area a vocazione fortemente turistica in cui si trasformerà solo nel secondo novecento. Uno dei problemi maggiori, oltre alla povertà, sono le continue alluvioni che rendono la vita ancora più miserabile. Insomma, in molti auspicano un futuro migliore in altre zone dell’impero. E così le prime a tentare la fortuna sono le famiglie Martinelli, Zanotti, Cimadon di Aldeno insieme ad altri 22 nuclei familiari che provenivano dai paesi della valle dell’Adige e dai dintorni di Trento e della Valsugana. 25 famiglie salgono sulla tradotta per recarsi in Bosnia a colonizzare il territorio prescelto nella zona di Mahovljani. In tutto 148 persone che saranno seguite da una seconda spedizione solo un mese più tardi composta da 32 nuclei familiari tutti originari di Aldeno. In totale, in poco più di un mese erano giunte in Bosnia oltre trecento persone di origine trentina. L’emigrazione verso la Bosnia Erzegovina continuò regolare fino al termine della prima guerra mondiale. Si stima che tra il 1878 e il 1914 circa 1500 trentini raggiunsero i Balcani in cerca di fortuna e si dedicarono, con alterne fortune, alla produzione dell’uva e all’edilizia. La loro situazione si fece assai critica dopo la fine della prima guerra mondiale e la disgregazione dell’impero asbugico perché considerati Italiani da parte del governo di Roma e austriaci da parte del governo jugoslavo.  Delle circa 120 famiglie di origine trentina residenti in Bosnia, 96 (la maggior parte provenienti dalla colonia di Mahovljani) scelsero il rientro in Italia e vennero destinate dal governo ad occupare alcuni poderi nell’agro pontino tra Aprilia e Ardea. Nel comune pontino in molti si stabilirono nella zona di Casalazzara. Inizialmente chiamati “slavi” dagli altri cittadini per via del loro passato balcanico, in poco tempo si amalgamarono alla perfezione con la comunità locale pontina. Una storia di sofferenza ma allo stesso tempi di unione tra tre territori, Aprilia, Aldeno e la Bosnia, simbolo assoluto del ‘900.

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