Che strano gioco gli scacchi. Perché mai, alla fine di una partita in cui il re avversario subisce un attacco mortale, si esclama “scacco matto”?
Il termine viene probabilmente dal persiano shah mat, cioè “il re è morto”.
E poi, l’alfiere è davvero un cavaliere?
Uhm… forse no… si tratta di una errata traduzione del termine al-fil, ovvero “l’elefante”. Ma queste non sono le uniche curiosità della millenaria storia degli scacchi. La loro stessa origine è oscura: le prime tracce ci portano in india, nel VI secolo d.c. da qui, attraverso varie trasformazioni, raggiunsero la Persia, l’Arabia e finalmente nel mondo occidentale, con l’espansione dei mori in Spagna, a partire dal 711.
Poche sono le certezze sulle origini, le leggende abbondano. La più nota è quella del re indiano che, per ringraziare il bramino che aveva inventato gli scacchi, gli offrì ricchezze e palazzi. Ma il monaco rispose: “mi basta che tu metta un chicco di riso sul primo quadrato della scacchiera, due sul secondo, quattro sul terzo, e così via…”.
Nessun dubbio invece sul significato allegorico del gioco: rappresenta una guerra e vi sono simboleggiate le quattro parti di un esercito dell’epoca (carri, elefanti, cavalieri e fanti).
Giunti quindi in Europa grazie agli arabi, gli scacchi si diffusero in tutte le corti, ed entrarono a far parte della formazione di nobili, dotti e cavalieri, come esercizio di strategia e comando, sia come ammaestramento morale (stimolano logica e pazienza) che di tipo logico.
Nel rinascimento non c’era corte d’Europa che non sfoggiasse il proprio campione. Fu allora che fece la sua comparsa la figura del giocatore professionista. Quello dello scacchista, in pochi anni, divenne un mestiere redditizio. Ruy López, monaco di Segura (Spagna) e campione a lungo imbattuto, godeva di una rendita vitalizia di 2 mila corone annue: nel 1561 pubblicò “l’arte degli scacchi”, unendo informazioni storiche e teoriche sul gioco.
L’illuminismo poi, non poté che esaltare la componente razionale degli scacchi, e i caffè di Parigi si riempirono di seguaci di François-André Danican Philidor, musicista e campione, detto “il mozart degli scacchi”.
In ecopa moderna infine, gli scacchi assunsero anche un rilievo di politica internazionale. Basti pensare a quello che è stato definito “il match del secolo”. l’incontro si disputò nel 1972 tra il campione del mondo, il sovietico Boris Spasskij (scomparso ad 88 anni la settimana scorsa), e lo sfidante americano Robert James Fischer, detto “Bobby”.
C’era la guerra fredda e le due superpotenze cercavano di superarsi in tutto. Gli scacchi, poi, erano un fiore all’occhiello del regime sovietico. Già nel 1914 lo zar Nicola II aveva creato il titolo di grande maestro. Nell’ ex URSS se ne fece una sorta di sport nazionale, con centri e scuole finanziati dallo stato. C’era da garantire una supremazia che durava da quasi mezzo secolo.
Contro i russi arrivò la sfida solitaria di un americano geniale. Un uomo senza tradizione, scuola o allenatori di livello alle spalle, a metà strada tra i due mondi contrapposti. Per convincerlo ci volle l’intervento del segretario di stato americano, Kissinger. Dall’altra parte del tavolo, la pressione su Spasskij era spaventosa. Vinse l’americano e i russi persero lo scettro dopo 35 anni. Fischer fu però una meteora: avanzò richieste folli per giocare ancora e uscì di scena.
Oggi gli scacchi sembrano essere definitivamente indirizzati a diventare un gioco da computer. Sono forse passati i tempi in cui una buona mossa veniva discussa dai teorici anche per decenni, ma da quando i computer cominciarono a “imparare” un gioco che sembrava pensato apposta per i software… di strada ne è stata fatta tanta.
Nel 1997 un campione sovietico, Garry Kasparov, perse di nuovo un match contro un americano… ma non un uomo, bensì un computer progettato apposta dalla IBM: si chiamava “deep blue” e scrisse la prima pagina di un nuovo capitolo, tutto tecnologico, dell’immortale gioco degli scacchi.
Ad Aprilia questa epopea infinita continua presso il circolo cittadino di via Veneto n. 2 (presso la sala del Quartiere Nord) dove la Officina Scacchi Aprilia oltre alle lezioni gratuite, ed i due corsi per principianti (6-14) e per i giocatori in formazione (15-99 anni), aggiunge da questa settimana il Campionato Sociale “Prospect OSA” Aprilia, che allenerà la squadra per i prossimi tornei e campionati della UISP e della FIS.